SAN TOMMASO D’AQUINO PER TUTTI (recensione a cura di Omar Ebrahime)

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Uno dei problemi principali del cattolicesimo contemporaneo italiano nell’opera attuale di nuova evangelizzazione è dato senz’altro dalla cosiddetta ‘questione giovanile’ e da come avvicinare, o rendere più attraente, la fede degli adulti rispetto ai ragazzi.

Il settore dove questa distanza appare più evidente è forse quello dell’agiografia che non riesce ancora a entrare nel bagaglio-medio di cultura dei più giovani: anche i tentativi recenti di trasposizione cinematografica della vita dei Santi italiani più noti ed amati, ad esempio, a parte qualche eccezione, si sono rivelati tutto sommato ben al di sotto delle aspettative, oscillando continuamente tra un utilizzo eccessivo di artifici retorici e una narrazione tematica fantasiosa dai registri romanticheggianti, più simile a volte a una novella che al realismo cristiano.

Riesce invece decisamente nell’intento l’ultima fatica di Flaminia Giovanelli, già Sottosegretario del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, attualmente Presidente della benemerita Onlus ‘O Viveiro’ che si spende in Africa (Mozambico) proprio per offrire un’educazione completa a tante ragazze che vivono invece in condizioni disagiate, bisognose talvolta anche dell’essenziale per vivere. Qui, per le edizioni Cantagalli di Siena, con cui collabora da qualche anno, Giovanelli ripropone con notevole originalità rivolgendosi al pubblico dei più piccoli – e alle loro famiglie, ai loro catechisti, ai loro educatori – la vita di uno dei Santi più difficili da raccontare perché tutto sommato priva di eventi straordinari o eccezionali, ancorché si tratti evidentemente del più celebre, anzi del più grande in assoluto fra i teologi (e i filosofi) cristiani di tutti i tempi: San Tommaso d’Aquino (1225-1274) appunto, il leggendario “Doctor Angelicus” (cfr. F. Giovanelli, Tommaso d’Aquino…il buonissimo bue muto. Santi capricci e angelici pensieri, Edizioni Cantagalli, Siena 2020).

Originale è innanzitutto l’idea di raccontare la vita del Santo scegliendo gli episodi di volta in volta più significativi presentandoli sempre in rime (secondo lo schema metrico classico in quartine, con l’alternanza regolare ABAB) così da accattivarsi fin dall’inizio la curiosità di chi legge o ascolta, perché il racconto si presta anche ad essere recitato. Soprattutto rispetto a un pubblico di bambini, che restano – come si sa in pedagogia – sempre particolarmente colpiti dal tono ludico delle filastrocche o dalle poesie declamate in rima, di cui poi infatti rimandano volentieri a mente, talora senza nemmeno accorgersene, le righe che rimangono  loro più impresse.

Altrettanto indovinata, sempre dal punto di vista pedagogico, appare la scelta di far accompagnare il testo da delle indovinate illustrazioni a colori (realizzate dalla bravissima Paola Bevicini) che spiegano facilmente l’episodio di cui si sta parlando cosicché alla fine il risultato complessivo è quello di trovarsi di fronte a una sorta di ‘piccolo catechismo in tavole’, dove il lettore è chiamato non soltanto a leggere ma anche ad osservare con attenzione, cioè – si direbbe – quasi a ‘contemplare’ le scene disegnate sentendosi invitato così, anche visivamente, in modo quantomai significativo, a esercitare proprio quella pratica contemplativa che rese poi famoso ai posteri il frate domenicano.

San Tommaso fu canonizzato già a pochi anni dalla morte da Papa Giovanni XXII (1323), proclamato Dottore della Chiesa da San Pio V (1567), dichiarato patrono delle scuole e delle università cattoliche da Leone XIII ((1879), senza dimenticare gli atenei pontifici che ancora oggi portano istituzionalmente il suo nome, come ad esempio la Pontificia Università San Tommaso d’Aquino (il celebre “Angelicum”), commemorato infine come “maestro di pensiero e modello del retto modo di fare teologia ” ancora da San Giovanni Paolo II nell’enciclica Fides et Ratio.

Dalla prima educazione ‘impegnata’ svolta in quel di Montecassino, presso il monastero, dai monaci benedettini, e le prime vicissitudini famigliari – come noto, proprio la sua famiglia fu all’inizio il principale ostacolo per realizzare la sua chiamata alla vocazione religiosa – a quelle con gli altri dotti accademici del suo tempo in età adulta, Giovanelli passa in rassegna praticamente tutti i momenti più importanti della vita, ricordando l’apprendistato in Germania a Colonia sotto Sant’Alberto Magno e quindi gli anni dell’insegnamento accademico in Francia all’università di Parigi e successivamente il ritorno in Italia, senza tralasciare i suoi intensi rapporti di collaborazione con i vari Pontefici dell’epoca (da Urbano IV, che lo chiamò come Docente della propria Curia, a Gregorio X, che lo invitò personalmente a partecipare al Concilio di Lione (1245)) fino naturalmente alla redazione del capolavoro indiscusso di una vita – insuperato esempio di magistero perenne, nonostante sia rimasto alla fine incompleto – ovvero la stesura della monumentale Summa Theologiae (1265-1274), che fu poi ricordata con ammirazione già a suo tempo da Dante Alighieri nella grandiosa Divina Commedia (1321).

Il tutto raccontato dall’Autrice sempre con un tono brioso ed entusiasmante divertimento, anche quando – per esempio – si tratta di ricordare seriamente le tentazioni contro la castità che il Nostro dovette affrontare prima d’iniziare la vita conventuale o menzionare la pratica eroica delle virtù morali e spirituali insieme.

Insomma, il piccolo libro contiene molto di più che l’asciutta cronologia della vita di un teologo Santo (il teologo cattolico tuttora più studiato al mondo e quello più citato da ultimo anche dal Concilio Ecumenico Vaticano II nei suoi documenti) e allo stesso tempo rappresenta qualcosa d’inedito perché noi, sinceramente, una ricostruzione così non l’avevamo ancora letta.

Né, d’altra parte, si potrebbe obiettare che l’opera si caratterizza in questo modo solo perché diretta prevalentemente a un pubblico di bambini. “Se non diventerete come bambini non entrerete nel Regno dei Cieli” (Matteo 18,3) è un ammonimento di una qualche rilevanza nel Vangelo, se non andiamo errati. Merito dell’Autrice, a nostro avviso, è quello di averne fatto insieme un messaggio e un metodo, con originalità e fantasia. Un esempio genuinamente creativo brillantemente riuscito di come, nei campi della catechesi giovanile illustrata, dell’educazione popolare alla fede e della nuova evangelizzazione della cultura contemporanea in generale, si possano inaugurare ancora itinerari del tutto nuovi e assolutamente inediti, anche quando, apparentemente, l’aspettativa del pubblico – e talora anche degli studiosi specializzati – sarebbe forse più incline a sostenere il contrario.  

   Omar Ebrahime  

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