SILENZIO (recensione a cura di David Taglieri)

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Molte volte il concetto di estate è associato al chiasso, al rumore, al divertimento…

Giustamente dopo un anno di fatiche ed impegni è bello dedicarsi agli svaghi, alla gioia, all’amicizia, magari non lasciandoci travolgere dagli insegnamenti un po’ coatti del divertimento a tutti i costi, imposti dai media.

Il mare invoglia alle nuotate, alle passeggiate lungomare, allo scherzo e alle belle serate, ma la vita estiva non è solo quella propinata dal mondo vip, sempre più cafone ed esibizionista.

Romano Battaglia in “Silenzio” (pagg. 170, Edizioni Rizzoli, 2008) intende valorizzare il concetto di interiorità, vera trasgressione nel periodo agostano, perché per andare in vacanza liberi e sereni è decisivo ed importante pensare, riflettere, chiudere gli occhi, cercare un senso da dare ai nostri giorni, anche perché durante l’anno compiere tale opera è un’ impresa sempre più difficile.

Tutte le immagini sono descritte nel libro con calore e significato, attraverso metafore e quadretti dipinti con la penna che giungono al lettore come pitture indelebili della mente; lo stile di Battaglia è semplice e allo stesso tempo coinvolgente, descrive paesaggi e stati d’animo in una modalità che confonde poeticamente scrittura e lettura.

Le speranze, ad esempio, sono onde che giungono alla riva, s’infrangono una dopo l’altra, ma il mare non si esaurisce mai.

Nel rapporto con noi stessi ci cerchiamo e riscopriamo all’esterno il valore del creato, due momenti che ci legano all’Assoluto, all’Essenziale.

Anche se nel corso della vita le speranze cadono come foglie ingiallite, il cuore continua ad attendere quell’attimo fuggente in cui si possono avverare anche i sogni più impossibili.

In tutto questo serve il silenzio, perché tante volte non esiste musica più bella per interrogarsi; in montagna il fluire di un ruscello ed il canto dei pettirossi sono un concerto  che ha il sapore di Natura e conduce l’uomo a ringraziare per tanto spettacolo sotto gli occhi; bisogna però un attimo staccarsi dai media che ci impongono volumi assordanti e tendenze del momento. Ciò non significa staccare il cordone ombelicale con la realtà, che è anche farsi accompagnare con le canzoni alla radio, connettersi con moderazione su internet e via dicendo… ma Battaglia ci insegna a non essere delle spugne e a non assorbire tutto quel che il mondo esterno ci propina.

C’è chi fa viaggi interminabili e non trova mai se stesso, e chi passa tutta la vita in un fazzoletto di Toscana e si stupisce del volo delle farfalle, del cammino delle coccinelle, dell’odore del pane appena fatto.

Montagna, quiete, capacità di fotografare paesaggi ed impressioni con la testa, sconnettersi dalla rete e riconnettersi  a sé stessi, alla realtà, al creato.

Molti scappano dal silenzio, perché lì, oltre alla gioia, ci sono anche paure e dolori, che la gente rimuove e non affronterà mai; solo nel silenzio si affronta e si supera la prova, solo con le nostre forze e con la Preghiera, una preghiera che non sia solo recita ma discorso interiore con Qualcuno di più Grande.

Nel silenzio presente manovriamo il passato e capiamo che tante contrarietà – anche piccole – hanno temprato il nostro carattere. Per questo nel silenzio ritroviamo i migliori anni della nostra vita e scopriamo che tutta quella tristezza in realtà non è mai esistita…

Estate vuol dire anche responsabilità di fuggire da fiumi di parole per ritrovare il buon senso, per ricaricarci di energia, natura, pensiero e fede, per poter dare poi il meglio di noi stessi ai nostri vicini.

Alla fine del libro una dedica a Mario Luzi: descrizioni, poesie e un vademecum per accettarci con limiti e pregi, come naviganti di un mare che corre verso l’Infinito.

Il 24 luglio 2012 Battaglia giunge all’appuntamento con l’Infinito. Dopo una lunga malattia lascia la Versilia e la Toscana in silenzio: si spenge e resta il bel ricordo alla Penisola Italiana ed al mondo tutto, visto che le sue opere sono state oggetto di varie traduzioni.

Fino alla sua dipartita Romano Battaglia è stato editorialista alla “Nazione” di Firenze; conferenziere, amante della vita ed esperto di tutte le scorribande dell’anima: per anni ed anni ha curato la manifestazione Cafè la Versiliana, con dibattiti su libri ed idee.

Ha sempre vissuto nella riservatezza e nella riservatezza è volato via.

Riservatezza, come ci avrebbe corretto, da non confondere con isolamento: oggi la parola viene distorta, mentre essere riservati vuol dire condividere emozioni, ma centenellinandole, perché  quelle sono preziose perle di interiorità e non patetici sensazionalismi da rivendere presso una De Filippi od un Volo qualunque…..

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