UNA DOMENICA CON ORIANA (di David Taglieri)

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ListenerUna domenica diversa, una domenica di relax e di cultura al Maxxi di Roma, il 16 febbraio 2014, grazie alle idee e all’organizzazione del Centro Culturale di Roma, una realtà molto interessante che tenta di coniugare la divulgazione di grandi autori, con un’impronta tutta giovanile pronta ad analizzare i temi più svariati dell’arte, della letteratura, in generale della cultura a tutto tondo, attraverso un piglio dinamico e sobrio allo stesso tempo.

La vita non muore” è stato l’incontro dedicato al pensiero, alle opere e alle idee di Oriana Fallaci. Molto interessante la formula, con i relatori fuori dal protocollo conferenziale a dibattere e a discorrere su quanto devono Penisola, Europa e tutto il mondo alla penna della scrittrice fiorentina; il tutto in un batti e ribatti, dialogando e privilegiando il confronto.

Presente Monica Maggioni, direttrice di Rai News 24, che è cresciuta con le letture della Fallaci, attratta dall’immagine coraggiosa e dalla voglia di mettersi sempre in discussione, come inviata di guerra, come saggista, come romanziera.

La biografia di Oriana sembra, lei dice, una condanna al coraggio, una donna sempre pronta a sfidare la cappa del politicamente corretto e del distinguo.

Oriana declina il coraggio di pari passo con la passione in ogni momento della sua vita. Come detto, il meeting non è stato freddamente diviso in monologhi, ma è stato scandito da dialoghi: interessante il punto di vista della scrittrice Cristina di Stefano, autrice di  “Una donna” , biografia di Oriana.

La stessa ha saputo trasformare il puzzle della vita di Oriana in un collage armonico, dove il personale si incontra con l’inchiostro della penna che si fa vita sulla carta dei suoi libri. Quindi l’Oriana inviata di guerra legata al binomio Firenze –Stati Uniti, l’Oriana radicale e quella della quasi raggiunta conversione, tanti interrogativi riguardo a lei, che ne svelano l’aspetto di donna semplice ma profonda. Le parole scritte e dette dalla Fallaci, concordano biografa e giornalista, sono irripetibili, perché dette da Oriana assumono un sapore unico.

Sempre dal confronto, emerge questa volontà di Oriana di affermare una libertà che non sia sic et simpliciter libertà, ma viatico verso la Verità. La lezione fallaciana in sintesi è questa: il giornalismo non è un fine ma un mezzo, non bisogna essere autoreferenziali, ma mettersi a disposizione dei lettori con sincerità parlando  cuore e mente; quella stessa Oriana diceva che la carta ha un valore, e che con la stessa non ci si incartano i libri. Oriana è stata un vero animale politico -lungi da lei ripetere uno spot sessantottino- specie negli anni della maturità, e Oriana era davvero convinta che tutto fosse politica: ogni scelta, ogni azione, ogni intenzione nasceva da un’idea della cosa pubblica, qualcosa di innato.

Ovvio si riferisse alla politica con la P maiuscola, quella appresa, approfondita, analizzata con lo studio dei grandi classici.

Una mancata laurea in medicina -mancava solo la tesi- non la allontanava da interessi umanistici, anzi la sua interdisciplinarietà le consentiva di effettuare veri voli pindarici, senza perdere il contatto con la realtà.

Quella realtà che Oriana aveva dipinto con i colori della sua mente, tramite il continuo riferimento all’esperienza, alla sua lettura psicologica dei personaggi, alla descrizione dei fatti che avevano ed hanno determinato la storia.

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