CINA, LIBERTA’ RELIGIOSA E PROGRESSO MONDIALE (di Alessandro Pagano)

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Cosa spinge un gruppo di oltre 100 deputati italiani ad affrontare, attraverso una corposa mozione parlamentare, lo spinoso problema della libertà religiosa in Cin a? E’questa la domanda centrale che i giornalisti ci hanno fatto a seguito della presentazione di un documento, con il quale, il Parlamento ha chiesto al Governo italiano di inoltrare, per via diplomatica, formale protesta contro il Governo cinese, chiedendogli, al contempo, quali iniziative intende adottare per favorire la libertà religiosa in quel paese.

La risposta ai giornalisti che noi firmatari abbiamo dato è stata semplice: perchè il mondo ha interesse ad avere una potenza planetaria che favorisca e diffonda i principi di libertà e democrazia, piuttosto che i disvalori dello sfruttamento e della tirannia.

Andiamo ai numeri e al fatto.

I cristiani in Cina cominciano ad essere tanti (quasi il 10% della popolazione) e cominciano ad incidere socialmente. Sono divisi tra “cristiani ufficiali”, appartenenti alle chiese sotto tutela del Partito comunista cinese (23 milioni secondo Pechino) e “Chiese del silenzio” che invece sono clandestine (circa 50 milioni di persone secondo fonti di Asia News). Ad essi si sommano i cattolici, anche qui divisi fra “cattolici ufficiali riconosciuti dal regime” (5,7 milioni), e “cattolici clandestini” (stimati in circa 9 milioni).

E adesso andiamo al fatto. Il regime nomina l’ennesimo vescovo/burattino (un classico del comunismo al fine di controllare i cattolici). Però stavolta il regime di Pechino, oltre a fare la nomina è andato oltre e cioè ha sequestrato quattro vescovi legittimi nominati dal Papa e li ha costretti a seguire l’investitura per dare credibilità alla cosa.

Si tenga conto che altri due vescovi legittimi sono sequestrati da anni e sono nascosti in carceri segrete, segno che non si sono piegati alle pres sioni comuniste.

Assieme a questi, ci sono decine di sacerdoti che scontano pene di isolamento o di lavori forzati senza nemmeno essere stati con dannati da un tribunale.

Perchè tale accanimento? Dice Padre Bernardo Cervellera, direttore di Asia News, che “la religione cattolica è la più potente arma di pace”, che permette una missione “storica e profetica” nel mondo contemporaneo. Il partito comunista cinese, questo lo sa, così come sa che essa rappresenta “la cartina di tornasole per verificare il rispetto di tutti gli altri diritti umani” . Insomma, la grande paura del regime è che il cattolicesimo riesca ad inculcare nella testa dei loro compatrioti principi di libertà e di dignità della persona.

Nel frattempo l’Europa si è fatta sopraffare dal vuoto materialismo e non spende una parola sulla vicenda.

In conclusione la battaglia a favore della libertà religiosa in Cina è indispensabile perchè:

1) è un dovere morale garantire la dignità delle persone dovunque esse vivano. Questa battaglia vale soprattutto per noi italiani, che siamo vocati all’universalismo;

2) la libertà religiosa è il primo e fondamentale diritto dell’uomo. Quando essa viene negata, tutto il resto viene meno;

3) già oggi la Cina è la seconda potenza al mondo e la sua economia condiziona miliardi di persone nel pianeta. Le cose andranno ancora di più in questa direzione visto che questo paese entro 30 anni diventerà la prima potenza mondiale.

Con queste premesse è chiaro che se il loro modello di sviluppo ricalcherà il più becero e spregiudicato mercantilismo e, contemporaneamente, il più tirannico ed oppressivo comunismo, mi sa che per il mondo ci saranno grossi proble mi sociali.

La conversione della Cina serve a tutti e spargere un buon seme è cosa buona e giusta, oltr e che conveniente.

 

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