GLI ARCHIVI SEGRETI DI MOSCA (a cura di Gianluca Agostini)

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Gli archivi segreti di Mosca - Edizioni Spirali

Vladimir Bukovskij fu tra i primi prigionieri politici ad essere rinchiuso in una psikhushka, la rete di ospedali psichiatrici istituiti dal governo sovietico per internare i dissidenti dell’ex-Unione Sovietica. In totale ha trascorso dodici anni tra prigioni, campi di lavoro e ospedali psichiatrici.

Il 18 dicembre 1976 viene liberato perché scambiato con il leader del partito comunista cileno Luis Corvalan.

Dal 1976 risiede a Londra continuando la denuncia in Occidente delle atrocità del comunismo e divenendo un punto di riferimento per la numerosa comunità di esuli russi e dell’ex URSS.

E’ impegnato (tra gli altri assieme a Stéphane Courtois, autore del “Libro nero del comunismo”) per la celebrazione annuale di una giornata di commemorazione delle vittime dei Gulag, denominata Memento Gulag (è stata scelta la data del 7 novembre, ricorrenza della rivoluzione d’ottobre).

Bukovskij, dopo una serie di tentativi infruttuosi di accedere al materiale d’archivio sovietico, tentativi esperiti all’indomani della dissoluzione dell’URSS, con un portatile dotato di scanner riuscì a copiare (e non era consentito farlo), il materiale raccolto in 48 volumi messo a disposizione nell’ambito del processo dinanzi alla Corte Costituzionale russa riguardante il Partito comunista dell’Unione sovietica (i comunisti avevano impugnato presso la Corte i decreti con i quali Eltsin aveva messo al bando il PCUS). Bukovskij fu chiamato a quel processo in qualità di testimone ed esperto.

Così i documenti affluirono durante tutto il processo (luglio–dicembre) e nessuno si accorse dell’operazione se non alla fine del processo stesso; dopo di ciò gli archivi vennero nuovamente sigillati (Bukovskij pagg. 97–107)

La documentazione concerneva il PCUS, mentre era escluso il materiale riguardante il KGB; come lo stesso Bukovskij scrive “…Gli archivi erano il cuore del KGB, l’anima del drago, protetta da sette sigilli…a tutt’oggi nemmeno un documento, non un singolo pezzo di carta, è stato ancora reso pubblico…”.

(Estratto da una presentazione in power point del Dott. Gianluca Agostini) 

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